Il Tirreno

Riccardo Fogli ritrova i Pooh e se ne torna a Sanremo

di Maria Antonietta Schiavina
I vecchi nuovi Pooh con Riccardo Fogli
I vecchi nuovi Pooh con Riccardo Fogli

Il cantante legato a Piombino e con la casa a Campiglia racconta la reunion con la band che lasciò nel '72... per amore di Patty

31 gennaio 2016
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PIOMBINO. Partirà dal Festival di Sanremo la reunion di Riccardo Fogli con i Pooh. Intanto lui continua a girare per il mondo e appena può torna nella sua casa di Madonna di Fucinaia, diventata da poco anche bed and breakfast.

Ormai non è più un segreto. Sarà Riccardo Fogli, insieme ai Pooh, ad anticipare durante il prossimo Festival di Sanremo la grande reunion “L'ultima notte insieme”, prevista a giugno per una serie di concerti che partirà il 10 dallo stadio di San Siro e li vedrà di nuovo tutti riuniti. Con un’aggiunta, quella di Red Canzian, che nel 1972 dopo l’uscita dal gruppo di Fogli, per amore della bellissima Nicoletta Strambelli (Patty Pravo), fu chiamato a sostituirlo. La notizia del gruppo al completo sul palco dell’Ariston in veste di super ospite, l’ha data in conferenza stampa a inizio gennaio da Carlo Conti, per la seconda volta conduttore della kermesse sanremese, scatenando sui social network l’entusiasmo dei fan della storica band che, dopo l’uscita nel 2009 di Stefano D’Orazio, recuperato come Fogli per la reunion, si era trasformata ormai in un trio. Messo in stand by nel 2014 da Red Canzian, Roby Facchinetti e Dodi Battaglia, per lavorare a progetti personali, oltre che all’organizzazione del cinquantesimo anniversario del gruppo.

«Anche se ognuno è andato per la sua strada, non ci siamo mai completamente persi di vista – spiega Riccardo Fogli, cercando di nascondere a fatica l'emozione – e dopo la rottura che ha messo fine al sodalizio, fra noi non ci sono mai stati rancori o gelosie, forse perché l'amicizia, quando è vera, resiste a tutto».

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È stato davvero solo un motivo sentimentale, quello che ha provocato il suo allontanamento dai Pooh, proprio quando eravate all’apice del successo?

«Certo. Lasciavo i miei migliori amici, andavo via da una famiglia. Fu davvero un grande dolore, anche se, dopo i primi momenti difficili, ho imparato a camminare da solo, a scrivere canzoni, a pensare e a decidere per me, giusto o sbagliato che fosse. Oggi non so se insieme alla band il mio destino sarebbe stato migliore o peggiore, o se i Pooh con me avrebbero avuto più o meno successo. Quello che conta però è che - probabilmente perché abbiamo tutti le rughe e i capelli bianchi - adesso siamo sereni, ci vediamo, suoniamo assieme, ricordando spesso con nostalgia il nostro grande amico Valerio (Negrini, fondatore e paroliere del gruppo n.d.r) che ci ha lasciato tre anni fa e che, con la sua scomparsa, ha rinsaldato ancora di più il nostro legame».

Operaio alla Piaggio di Pontedera come suo padre, nel 1964 lei si è trasferito con la famiglia a Piombino, per seguire suo fratello Luciano, che voleva aprire una rivendita di gomme. Ed è proprio da Piombino - dove a quei tempi c’era un bel fermento musicale -, che è iniziata la sua carriera con il gruppo rock degli Slenders.

«Con dispiacere del mio babbo, che se n'è andato a 93 anni senza aver ancora realizzato quale mestiere facessi... Quando tornavo all’alba dai concerti mi diceva: “Vedi nini, se fossi rimasto a lavorare alla Piaggio ora avresti una bella pensione, senza andare in giro per il mondo e dover prendere tutti quegli aeroplani”».

Lei cosa rispondeva?

«Che mi piaceva cantare, che non sentivo la stanchezza, che ero contento. Ma lui ogni volta scuoteva la testa sconsolato».

Il 24 luglio 2015, per festeggiare le nozze d’oro con la musica, ha aperto la sua casa di Madonna di Fucinaia a Campiglia Marittima - da qualche tempo anche Bed and Breakfast -, organizzando una cena e un concerto per i suoi fan, che hanno risposto all'invito con un sorprendente sold out. Come si spiega tanta notorietà?

«Non me la spiego, ma è bello vedere che la gente mi segue ancora con affetto. Ed è proprio per dire “grazie” che ho voluto invitare il pubblico nel luogo che amo di più e dove vado appena ho un momento libero “per fare il contadino”, ma anche per scrivere le mie canzoni e stare in pace con la mia famiglia... Quando ho comprato quel terreno, nel 1979, c'era solo un rudere senza pavimento, che ho cercato di sistemare, rendendolo da principio almeno abitabile».

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Portandoci a vivere i suoi genitori.

«E conducendoli, con una sorta di bacchetta magica, indietro di sessant'anni. Ricordo che mamma quando vide la casa esclamò: “Mi sembra di rivedere quella di quando ero piccina a Gello di Lavajano”, un paesino vicino a Pontedera, dove mio nonno faceva il fabbro e dove lei conobbe mio papà che lavorava come apprendista nella sua officina».

Del terreno e di quella che adesso è diventata una splendida casa, se ne è sempre occupato suo fratello, scomparso a gennaio del 2015.

«Lo faceva volentieri. Gli piaceva... Se n'è andato all'improvviso a causa del suo cuore malandato mentre io che ero in Crimea per un concerto e mi manca in tutti i sensi».

Oggi, a sessantanove anni lei ha un fisico perfetto. Fa sport, lavora la terra, viaggia, tiene concerti. Merito anche della serenità che ha raggiunto con la nuova famiglia?

«Sono una persona molto attiva, grazie anche ai miei genitori che mi hanno abituato a non star mai con le mani in mano. Ma la vera carica la prendo dalle mie donne: Karin, una moglie meravigliosa e piena di risorse (è stata sua l'idea del Bed and Breakfast “Casa Fogli” e della festa con i fan). E la piccola Michelle Mery, che con la sua frenesia non mi permette assolutamente di invecchiare».

Dopo Sanremo, prima di incominciare il tour, che probabilmente non si limiterà a due o tre date, tornerà nel suo rifugio campigliese?

«Gli impegni adesso sono tanti. Ma il tempo per respirare il profumo del mio bosco e rivedere gli amici di sempre lo devo trovare. A giugno mi aspetta una prova entusiasmante che voglio affrontare nel migliore dei modi».
 

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